venerdì 4 giugno 2010

domenica 23 maggio 2010

Vi raccomando di ascoltare delle canzone di Emma Shapplin

Ciao amici!
Se volete sentire delle belle canzone in italiano vi raccomando di ascoltare Emma Shapplin, per esempio 'Cuor senza sangue', 'Reprendo mai più' e 'Spente le stelle'.
Baci e abraci!
Pere

lunedì 17 maggio 2010

La letteratura di Emma

Jane Austen

Quello che più mi piace nel mondo sono le parole, le storie i racconti... la letteratura insomma. Mi piaccono i romanzi di tutte le classe.

La mia scrittrice favorita è Jane Austen e il suo meraviglioso e scillante mondo, dove tutte le converse sono civilizzate e interessanti. Dove l’arte e la cultura erano valori importanti. Ovviamente questo mondo era il mondo dei ricchi, dall’altro, dei proveri e della sua ingiusta situazione meglio non parlare. Ma mi piacerebbe passegiare per i belli giardini, bere il tè, che è la bibita più civilizzata dal mondo e non dover lavorare. So che la situazione delle donne dell’epoca, la biografia della propria Jane è un buon esempio, ma parlo soltanto di un mondo di fantasia.

Altra della letteratura che mi fa impazzire sono le storie dei vampiri. Da piccola, voleveo essere un vampiro e per molt anni ho dormito con la finestra aperta perchè ancora che non sapevo che i vampiri non esistevano, non voleo perdere l’opportunità di che qualche notte uno avrebbe chiamato alla mia finestra.



E perché volevo essere un vampiro?

Volevo éssere un vampiro perché volevo essere libera, immortale, vivere tutte le vite possibile. Potevo essere una figlia dei fiori e andare in Nepal o studiare tutte le facultà, tutte le lingue, vedere tutte le opere d’arte del mondo e leggere i classici.

Ma leggo di tutto: Saramago, Cortázar, Borges, Carmen Martín Gaite... tutti i grandi classici. E anche, come no, la fantascienzia Tolkien, Harry Potter, George R. R. Martin, Anne Rice o Sthephanie Meyer.

Adesso, sono leggendo Fahrenheit 451 da Ray Bradbury e sono impazzita per la qualità di questa finzione scientifica. È un libbro magnífico. Credo che tutti dovrebbeto leggere questo romanzo e riflettere un po’ sulla società che stiamo facendo fra tutti, dove la parola “intellettuale” é quasi un insulto.

E quando finiró Farenheit, voglio leggere in italiano un romanzo di Paolo Giordano: La soleitudine dei numeri primi.

Ma non soltanto leggo, anche mi piacce scrivere. Sono in un “Workshop di Narrativa” per migliorare la mia scrittura. Tutti dicono che ho grilli nella testa, ma quello che ho sono molte storie e fantasia.

Adesso, sono stanca del mondo del giornalismo, instabile, insicuro e impersonale, e ho appena trovato una nuova vocazione nell’insegnamento. Il mio desiderio è diventare è essere insegnante di letteratura. Ma prima dovrei studiare tantissimo!

lunedì 10 maggio 2010

Gli occhi della moda

Helmut Newton

Fotografia e moda sono un binomio indissolubile. La fotografia di moda ha un’influenza determinante in tutti i campi della comunicazione ed è considerata ormai a pieno titolo una forma d’arte. Di fatto, negli ultimi anni la fotografia di moda è diventata il medium conduttore della cultura visiva contemporanea: dalla sua condizione di supporto della moda si è evoluta in produttrice di icone e di idee. L'invenzione della fotografia è stata una vera e propria rivoluzione che ha creato un nuovo linguaggio subito recepito dalla moda, tanto che già intorno agli anni 1850-60 si è iniziato a parlare di"fotografia di moda". Le prime riviste di moda nacquero in America. Vogue, fondata nel 1892, fu la prima a lanciare grandi fotografi; per questa rivistalavorò, nel primo decennio del secolo, il barone Adolphe de Meyer(Parigi,1868 – Los Angeles, 1949) che viene considerato il primo fotografo di moda. Negli anni trenta, Parigi era il centro dell'altamoda e qui si incontrarono George Hoyningen-Huene e Horst P. Horst.



Horst. mainbocher-corset 1939


Nato vicino a Weimar, Horst era venuto nella capitale francese per studiare architettura con Le Corbusier, ma l'incontro con Huene, già a capo dei fotografi di Vogue per la redazione parigina, diede un'altra impronta alla sua carriera; i due lavorarono insieme per tutta la vita.Tra i grandi fotografi di quest'epoca che lavorarono anche nel campo della moda troviamo i nomi di artisti come Man Ray, Hamilton, Edward Steichen e Cecil Beaton. La conquista del potere da parte di Hitler provocò radicali cambiamenti anche nel campo della fotografia di moda. Molti fotografi abbandonarono Parigi e il centro della moda si spostò a New York. Negli anni Quaranta, epoca in cui la moda americana imponeva il suostile di vita anche in Europa, una delle fotografe di moda più famose fu Louise Dahl-Wolfe. Dopo la guerra, la moda riprende alla grande; nomi come Christian Dior lanciano un nuovo stile, immortalato dalleimmagini di artisti come Irving Penn, Richard Avedon, Norman Parkinson, Bert Sterns e Clifford Coffin.



Richard Avedon - Dovima con gli elefanti, 1955


Richard Avedon (New York, 1923 – San Antonio, 2004) rivoluzionòla fotografia di moda. Portò le sue modelle fuori dallo studio e le fotografò in movimento con effetti straordinari. La forza narrativa fu una delle sue innovazioni più imitate. Dal 1957, dopo poco più di un decennio di carriera, Avedon era l’epitome del fotografo di moda moderno, elegante, sofisticato ed tanto famoso quanto i soggetti dei suoi ritratti di celebrità.

Si inaugura l’era delle super Top Model trasformando la fotografia di moda in cultura popolare. La vera rivoluzione nella moda si era avuta nel corso degli anni '60: aveva fatto dei giovani i protagonisti, liberandoli da vincoli ecostrizioni: minigonne e stile hippy. Ma nel decennio successivo prevale un ritorno alla praticità con il trionfo dei jeans. Cambia anche l'immagine della donna, che da oggetto del mercato diventa protagonista. Qui troviamo nomi come quello di Helmut Newton.

Helmut Newton (Berlino, 1920 - Los Angeles, 2004) fuggì nel 1938 dalla Germania nazista e nel 1958 tornò in Europa, a Parigi, dove iniziò a collaborare con alcune riviste. Nonostante le critiche che ripetutamente accompagnarono i suoi lavori, definiti scandalosi, Helmut Newton seppe togliere con abilità il nudo femminile dal territorio dell’osceno.

Tra i fotografi che hanno contribuito a fare la storia della moda, c’è anche l'italiano Gian Paolo Barbieri. Nato a Milano nel 1938, fotografò numerose campagne per grandi stilisti (Valentino, Armani,Ferrè, Versace). Nel 1968 vinse il Premio Biancamano come migliore fotografo italiano e il settimanale “Stern” lo inserisì tra iquattordici migliori fotografi di moda nel panorama internazionale.



Gian Paolo Barbieri - Veruska (Vogue Italia) 1975

Negli anni ´90 alcune campagne di Calvin Klein suscitarono scalpore con il fenomeno "heroin chic". Protagonisti erano la modella Kate Mosse il fotografo David Sorrenti, morto giovanissimo per ovedose. Altro dei fotografi italiani di moda più conosciuti è Oliviero Toscani. Le sue campagne per Benetton, ispirate a temi quali la lotta all'Aids o contro la pena di morte, hanno fatto molto discutere.

mercoledì 10 marzo 2010

La televisione in Spagna: dal bianco e nero alla TDT





La televisione in Spagna è evoluta moltissimo negli ultimi decenni. Infatti, abbiamo vissuto un cambiamento spettacolare, passando da un paese con una sola televisione in bianco e nero alla situazione attuale, con più di 40 canali in ogni regione spagnola, dal sistema analogico al digitale, da programmi con milioni di telespettatori alla massima frammentazione dell’audience; dall’assenza di pluralità a.... l’assenza di pluralità. La televisione in Spagna ‘s’italianizza’ con la nascita di Telecinco, che quest’anno celebra il suo 20 anniversario e questo processo non è ancora finito perché Mediaset, il canale che controlla Telecinco, l’impero di Berlusconi, ha comprato qualche mese fa Cuatro, la televisione del gruppo di communicazione più importante in Spagna, cioè, Prisa. Dopo alcuni anni sotto la direzione di Valerio Lazarov, il periodo con più successo è stato quello in cui è stata diretta da due italiani, primo Maurizio Carlotti -adesso a Antena 3 Televisión- e poi da Paolo Vasile .

TVE nacque il 28 ottobre 1956. Era la televisione di Franco, in bianco e nero, l’unica televisione che c’era in Spagna, fino alla costituzione del secondo canale, conosciuto all'inizio come UHF. Questo cominciò la sua emissione il primo gennaio 1965 e la programmazione regolare il 15 novembre 1966. I due canali hanno lavorato come mezzi al servizio del potere, cioè, di Franco e la dittatura, fino a che è arrivata la democrazia, quando sono stati al servizio del potere... democratico.




Logo de La 1, tra 1982 e 1991, dal 1991 al 1995, dal 1995 al 1999, dal 1999 fino al 2008 e dal 2008 fino a oggi


Con la democrazia è anche nata la Spagna delle autonomie, cioè, la decentralizzazione dello Stato, trasformandosi, di fatto, in uno stato federale, in cui ci sono delle regioni più nazionaliste e altre di meno. Per questo motivo furono il Paese Basco e Catalonia le prime che ebbero una televisione pubblica autonomica, ETB e TV3, rispettivamente, che cominciarono a emettere il 31 dicembre 1983 e il 16 gennaio 1984. Anni dopo crearono anche il secondo canale. Poco a poco, cominciava a svilupparsi la televisione in Spagna, con la nascita di più canali regionali -un processo che non è ancora finito-, fino a che nel 1989 nacque la prima televisione nazionale privata, Antena 3 Televisión e, qualche mese dopo, Telecinco, che, insieme alla prima televisione a pagamento, Canal +, supposero la prima grande rivoluzione televisiva. Ma non fu l'ultima.


Fu l'epoca in cui TVE vinceva per goleada con permesso di Antena 3. Poi venne l'epoca di Telecinco, che, con cinque anni come leadership, fece epoca. Fino all'arrivo delle altre televisioni private, come Cuatro e La Sexta, due televisioni vicine ideologicamente al governo socialista di Zapatero, la prima appartenente al Grupo Prisa -El País, Cadena Ser- e la seconda di nuova creazione, di Mediapro, gruppo creato per dare sostegno al governo di Zapatero. Fu in questo momento quando cominciò l'ultima rivoluzione. Prima, perché il governo socialista concesse la possibilità alle televisioni nazionali "classiche" di creare altri due canali, sia per risarcire la nuova concorrenza; e, poi, all'aprovare la transizione della televisione analogica alla digitale, il punto in cui ci troviamo adesso.



Così, il mese d'aprile scorso è stato quello dello scambio, sebbene la transizione sia cominciata tre anni fa, con la coesistenza dei due sistemi d'emissione della segnale per vedere la tv.



Prima, però, vorrei parlarvi sul processo di fusione delle televisioni nazionali cominciato qualche mese fa con quella tra Telecinco e Cuatro. La televisione di Mediaset, proprietà del primo ministro d'Italia, Silvio Berlusconi, controlla la televisione del Grupo Prisa, l'editore del quotidiano El País, copiando il modello di tv italiano, in cui Telecinque è la televisione per tutti i pubblici, mentre che Cuatro è per un pubblico più giovane e colto. Succede, però, un fenomeno quanto meno curioso per quanto riguarda la linea editoriale, giacché Cuatro è vicina ideologicamente al governo socialista, almeno fin'ora, mentre Telecinco è vicina al centro-destra spagnolo. Ciò nonostante, fino adesso ogni televisione segue una linea politica diversa, e quindi Cuatro compete con il pubblico giovane e di sinistra di La Sexta, mentra che Telecinco fa lo stesso con quello di Antena 3.



Cosa succede, però, con Antena 3 e La Sexta? Furono le prime ad annunciare la loro fusione, ma, alla fine, non c'è stata, perché entrambi vogliono controllare il gruppo e, inoltre, perché, siccome La 1 ha smesso di emettere pubblicità, loro hanno aumentato le loro entrate nel primo trimestre de l'anno.



Fusioni a parte, l'attualità televisiva è segnata dall'arrivo del sistema digitale che suppone, sul papiere, una serie di vantaggi molto importanti, come, per esempio, una maggior qualità d'immagine; la possibilità dell'interazione spettatore-tv, così come un maggior numero di canali -da trenta a quaranta dipendendo dalle comarche, città e regioni-, di cui alcuni possono essere a pagamento.



È stato il Ministero d'Industria quello che ha diviso le Communità Autonome in demarcazioni televisive. Per quanto riguarda la Communità Valenciana, per esempio, la legge contempla la creazione di due canali autonomici e 4 canali per ogni demarcazione, di cui tre sono privati e uno dovrebbe essere un consorzio pubblico creato dai diversi comuni di ogni zona.



La crisi economica, la cattiva divisione dei canali e la demarcazione ha fatto morire la maggioranza dei progetti nati appena tre anni fa. Infatti, quanto al caso valenziano ci sono soltanto 4 televisioni locali in tutta la regione, oltre alle due televisioni private autonomiche, come Popular Tv, che è stata ribattezzata come Popular Mariavisión, e Las Provincias Tv. A parte di Levante Tv, Tele 7 e un paio di televisioni locali, tutti le altre, o non sono state create o sono già sparite.
Insomma, un assoluto disastro che ci lascia un orizzonte nero per i telespettatori e per i giornalisti.

giovedì 25 febbraio 2010

La Famiglia di oggi

Stavo per parlare sull´ultimo film che ho visto “Jhonny Stecchino”. Un bel film, protagonizzato da Roberto Benigni. Una commedia molto divertente con dei dialoghi tanto assurdi.
Ma, dato che sono dai miei nonni, mi è venuto in mente la problematica della famiglia d´oggi.

Sono sola quassù, in un paesino in mezzo alle montagne. Ci si impiega più di un'ora per arrivarci e mi sono accorta di com'è camabiata la società in meno di cinquant´anni.
Quando i miei bisnonni erano giovani viveva tutta la famiglia insieme, nella stessa casa o nello stesso paesino. Bisnonni, nonni, genitori, figli, cognati, suocere, zii, cugini, ecc, tutti insieme. Ma oggigiorno nessuno resta al suo paese, tutti i giovani se ne vanno in città, e i paesini diventano dei luoghi abitati da una popolazione ogni volta più vecchia. Giovani e bambini non ce ne sono più, e di conseguenza le scuole scompaiono, i negozzi chiudono per mancanza di vendite e così via. Niente si salva: né i vecchi né le case in rovina.
I paesi, soprattutto d'inverno, sembrano abbandonati, quasi paesini fantasma. Con il freddo tutti scompaiono. D'estate è tutto diverso, le strade sono affollate da bambini, piccoli e grandi che corrono e gridano qua e là. I paesi sono diventati scuole materne, e i nonni sono coloro che le gestiscono.
Ma cosa succede quando i nonni non sono capaci di avere cura di sé? Questo ovviamente diventa un grande problema, perché in questa nostra società non c'è luogo per i bambini e i nonni. Non sono importanti. Sono un peso. Il principale non è altro che lavorare per guadagnare dei soldi e far aumentare il nostro potere d'acquisto. Perció non abbiamo tempo per niente, neanche per noi stessi, per godere la vita, per godere del sole e dell'aria fresca, per giocare con i bambini o parlare con gli anziani. Solo desideriamo godere del nostro tempo libero per rilassarci.

Non possiamo avere dei figli perché non abbiamo tempo, perché costano troppo e nel caso di averne solo uno, perché due sono troppo faticosi.
C'è molto da fare. Meriterebbe la pena che riflettessimo un po' sul nostro futuro.

La società del benessere la chiamamo, ma è veramente così? Siamo in una tappa decadente per quanto riguarda la cultura. La vera cultura non esiste. Siamo un gregge di asini a cui non importa altro che noi stessi ed essere belli ed amati. Prova di ciò è il tipo di programmi televisivi che hanno successo. La maggior parte sono ridicoli! La tv non si può vedere! Il cervello diventa stordito per il non far niente.
Negli ultimi anni ci sono molte teorie sulla distruzione della nostra specie a causa di grandi catastrofi naturali come conseguenza diretta del cambiamento climatico. A mio modesto parere questa è la causa che porterà alla distruzione della razza umana, la nostra stupidità, non il cambiamento climatico.

lunedì 22 febbraio 2010

LETTERA A BABBO NATALE


LETTERA A BABBO NATALE



Caro Babbo Natale,



Sono Lucia, ho cuatro anni e abito a Via Garibaldi, numero 7, primo piano.
Vado alla scuola materna. Mia maestra si chiama Andrea e ci dice che se desiderassimo qualcosa dobbiamo chiedertela a te.


I miei compagni di classe ed io siamo d'accordo che sei reale, anche se mia cugina grande dice che non esisti, è una scema, perché dice che non ci porterai regali perché siamo in crisi e non hai soldi. Io le ho detto che tu non compri i regali che i tuoi folletti li fabbricano specialmente per ognuno di noi. Noi crediamo davvero in te. Siamo sicuri che i tuoi folletti faranno il possibile per esaudire i nostri desideri.


Ho cercato di fare la brava tutto l´anno. Ho imparato a prendere tutte le medicine senza piangere, sono andata a scuola senza lamentarmi, ho imparato a mettermi le scarpe da sola e anche se so che in questi giorni mi sono comportata male, se mi perdoni per favore, ti voglio tanto bene.
Mi piacerebbe tantissimo avere una casetta grande di bambole, un passeggino per Riccardetto, un paio di vestiti belli e anche un paio di scarpe col tacco. Va bé, se non puoi con tante cose perché siamo così tanti bambini nel mondo, portami il giocattolo che vuoi tu, ma ricordati che sono una femmina. Tra pochi mesi arriva il mio fratellino, ti prometto che gli vorrò tanto bene e che farò i servizi con o senza voglia, ma li farò perché mia mamma ha bisogno di una mano adesso perché siamo in difficoltà. Ti prego non deludermi. Ti voglio molto bene.
Ricorda che non abbiamo camino, ma ha detto il mio papà che lascerà la finestra un po' aperta e una candela accanto per farti sapere qual è. Ti lasciero sul tavolino un bicchiere di latte caldo e dei biscotti, anche delle carote per i renni.



Babbo, ma tu abiti davvero al polo nord? Come fai a sopportare il freddo?
Babbo ti vorrei tanto vedere. Per favore, ti posso vedere? La conosci la befana? Se la conosci dille che voglio vedere anche lei?



Comunque quando avrai letto la mia letterina mi potresti rispondere?



Lucia Angelotti.


domenica 21 febbraio 2010

Il Fascismo

Fascismo, la parola viene di “fascio”, una mazzeta di canne e una ascia che rapresentava il potere militare dei consuli nella Antica Roma Repubblica, e da il nome a una desviazione autoritaria del liberalismo con delle traccie del nazionalismo e il movimento di mase. È la visione più conservatrice dello stato.
In Italia, il fatto d’una “vittoria” nella guerra poco saporita, una unità poco svilupata, un clima di crisi economica e sommosse sociali, un senso generale stesso nella società di fallimento, umiliazione per la guerra, e la paura al terrore “rosso”, le autorità dello stato che guardavano verso un altro lato...fu così como si spiega l’arrelamento ed espansione del movimento fascista e la cosidetta “Rivoluzione fascista”.



Non enganniamoci, nonostante sia di destra, ha delle somiglianze con i totalitarismi di sinistra: il colpo di stato, il controllo assoluto del governo, il partito unico, monopolio della propaganda, violenza, svilupato corpo militare e la credenza nella superiorità dell'uomo fronto la natura...vediamo, dunque, i tratti più specifici:

Lo Stato è il vertice, tutti devono subordinarsi allo stato, uno stato che cancella l’opposizione politica e intellettuale “tutto nello Stato, niente fuori dello Stato” ( fu in questo periodo quando la Mafia e la Camorra vivero il loro periodo più difficile, quando lo Stato veramente si impegnò per cancelarle, i mafiosi fuggivano all’estero, così si spiega il fenomeno mafioso negli Stati Uniti). Frente l’iguaglianza degli uomini, la desiguaglianza, con una elite pronta a governare. Una desiguaglianza fra uomini e donne, fra le razze e le nazioni, ci vuole dire, che nel caso italiano, questa caratteristica non fu molto forte, nonostante le famose Leggi razziale, che rispossero più a una mossa politica di Mussolini nel ’38 per avvicinarsi a Hitler. Visto che è una società dominata dalla paura, deve cercare delle vittime su dove attuare, in questo caso le minoranze etniche o l’opposizione politica, i attuare verso loro non è delitto giachè si attua per diffendere lo stato. Il movimento bisogna d’un capo, Il Duce, uomo perfetto, con alti valori, grandissimo condottiere, rappresentante della patria, al quale si deve obbedire e rispettare, che comanda un nazionalismo estremo, nato del senso di esconfita nella guerra del 1914, di sistemare tutti i oltraggi contro la nazione italiana e peraltro cercare l’unità perfetta, intentando portare avanti la conquista della cosdetta Italia irredenta e creare un nuovo Impero Romano. Certo, per andare avanti con questo programa bisogna riffiutare la raggione, il fascismo vuole la pasione, gli instinti, il fanatismo.
Così, un oscuro ex-socialista romagnolo, ex-combatente chiamato Benito Mussolini (Benito in onore a Benito Juárez...) riuscì a farsi con il potere, vediamo come arrivò. Il movimento fascista si organizò intorno agli “squadroni” excombatenti e piccoli borghesi e terratenenti, delusi per una pace poco ventaggiosa e per la paura ai comunisti.



Occupavano i comuni e picchiavano ai politici di sinistra e lideri sindacali, seminavano il terrore e la morte. Non c’è da dire che la Curia cattolica era favorevole. Lo Stato si scioglieva tanto per fattori esterni( le sommosse sociali e i fascisti) e per fattori interti, gli antichi partiti: il popolare, il liberale e il socialista non si mettevano d’accordo sulle rifforme da fare, ora è quando attua Mussolini, il 12 di ottobre di 1921 convoca a Roma alle sue “Camicie Nere”, la chiamata “Marcia su Roma” , Re Vittorio Emmanuele III, avanti le dimissioni del governo di Facta, chiama Mussolini per formare un nuovo governo. Il Re cadrà assieme il dittatore.

Però il fascimo più che dolore ci offre anche, un volto comico, spremuto da Corrado Guzzanti nei suoi “Fascisti su Marte”, un film che divertente e a dire poco. Prestate attenzione all’italiano parlato agli acenti e l’entonazioni...non vi riccorda qualcosa?






non vi riccorda qualcosa?

venerdì 12 febbraio 2010

E la crisi arriva al cortile dei fermati....

E così che questa crisi non rispetta nemeno l'Aldilà e tutti abbiamo diritto a delle buone pompe funebri, ma la famiglia Bellomunno ci pensa, visto che di pompe funebri, ne sa abbastanza...che ne pensate voi?


Funerali Low Cost


Originale? vero?

giovedì 11 febbraio 2010

Qualche tempo fa, una principissina bella e carina chiamata Rea Silvia, figlia di re Amuglio di Alba Longa, la quale si innamoró del potente e forte Marte, dio della Guerra. E così la fiamina dell’amore diede 2 gemelli dopo nove mesi. Re Amuglio ferito nel suo orgoglio, perché pensava che sua figlia l’aveva tradito, l’incarcerò nella grotta più profonda del regno, e buttò i due gemelli alle fredde acque del fiume Tevere. Ma sucesse che la cesta si arenò e una lupa che passava per di là trovò ai due bambini e gli riscaldò e nutrì col suo latte. Dopo, un pastore di peccore che passegiava per il margine del fiume vide i gemelli e li adottò. Questo pastore, chiamato Faustolo, dopo molti anni poichè, i bambini crebbero abastanza forti da fare la sua vita, raccontà loro la vera storia. I due gemelli andarono a incontrare re Amuglio. In principio volevano parlare, ma visto che re Amuglio era troppo intransigente, la loro visita diventò una spedizione punitiva, e re Amuglio prese quello che meritava: una lanciata al bell mezzo del petto e Rea Silvia fu liberata.
Romolo e Remo decissero di fondare una nuova città vicina al posto dove furono trovati dalla lupa. Dopo, la consulta agli oracoli, giachè volevano fundare la città sul sicuro, gli dei erano favorevoli.
Ma nacquero dei problema, giachè Romolo e Remo, non si mettevano d’accordo dove fondare la città, Remo e Romolo non avevano visto gli stessi ucelli.
Romolo, tutto deciso, e sicuro di avere la raggione, e meglio ancore, il favore degli dei, tracciò il perimetro della futura città. Remo, pieno di invidia e rabbia, traversò il perímetro, e il suo fratello l’ucisse, perchè non aveva rispetato le norma da lui date.
Però, dal sangue di Remo, nacque la città più bella e monumentale dell’Antichità, culla di saggezza e pure di violenza, che segnarà l’Occidente e l’Europa per il corso dei secoli. Questa città fu chiamata Roma.
Una grande storia per una grande città.

giovedì 7 gennaio 2010

Lettera a Babbo Natale

Secondigliano 18 dicembre 2009

Sono Gennaro Esposito e quest' anno sono stato un bravo ragazzino: ho obbedito a mia mamma e ho fatto tutto ciò che mi ha chiesto: ho fatto le pulizie , sono andato a fare la spesa....mi sono comportato bene anche con il mio fratellino: l' ho aiutato, l’ho difeso e ho anche condiviso con lui tutti i dolci che mi venivano dati.
Anche fuori casa ho cercato di essere un buon cristiano: sono andato in chiesa, aiutavo le signore ad attraversare la strada, se qualcuno aveva bisogno di un aiuto,ero il primo ad offrirglielo... insomma...non ho cercato guai. Anche a scuola mi sono impegnato...ho consumato i gomiti sulla scrivania per quanto ho studiato...infatti... ho preso 30 e lode agli esami prima di natale, e sto rischiando di essere il preferito del professore...quindi fra poco i miei compagni mi guarderanno
come se avessero la puzza sotto il naso.

L’anno scorso chiesi dei giocattoli a un brutto ciccione venuto dal nord, si fa chiamare “Babbo Natale”, indossa un abito rosso, lunga barba bianca e ha un carro con delle renne, una delle quali ha un naso rosso... e sono stato assai deluso...non mi portò niente di quello che gli avevo chiesto... perciò adesso, visto che siete brave persone vi chiedo questo: vorrei per quest'anno la “Play Station 3” con il video-game “Assassins Creed” ,l’uno e il due. È tutto, fortunatamente non ho bisogno di nient’altro.
Quando verrete a casa mia, vicino al Presepio, dove c’è Gesù Bambino con la Madonna e san Giuseppe, lascierò per voi un pò di liquore di finocchietto e limoncello, perchè a Gennaio fa freddo, soprattuto di notte,e anche un pò di spaghetti con il ragù che farà mamma, torroncini duri e morbidi di San Marco dei Cavoti, e per i cammelli, un pò d’erba fresca e acqua, così saranno forti abbastanza per proseguire il viaggio.
Grazie mille per la vostra attenzione. Un abbraccio

Gennaro Esposito.