Jane Austen
E perché volevo essere un vampiro?
Volevo éssere un vampiro perché volevo essere libera, immortale, vivere tutte le vite possibile. Potevo essere una figlia dei fiori e andare in Nepal o studiare tutte le facultà, tutte le lingue, vedere tutte le opere d’arte del mondo e leggere i classici.
Ma leggo di tutto: Saramago, Cortázar, Borges, Carmen Martín Gaite... tutti i grandi classici. E anche, come no, la fantascienzia Tolkien, Harry Potter, George R. R. Martin, Anne Rice o Sthephanie Meyer.
Adesso, sono leggendo Fahrenheit 451 da Ray Bradbury e sono impazzita per la qualità di questa finzione scientifica. È un libbro magnífico. Credo che tutti dovrebbeto leggere questo romanzo e riflettere un po’ sulla società che stiamo facendo fra tutti, dove la parola “intellettuale” é quasi un insulto.
E quando finiró Farenheit, voglio leggere in italiano un romanzo di Paolo Giordano: La soleitudine dei numeri primi.
Ma non soltanto leggo, anche mi piacce scrivere. Sono in un “Workshop di Narrativa” per migliorare la mia scrittura. Tutti dicono che ho grilli nella testa, ma quello che ho sono molte storie e fantasia.
Adesso, sono stanca del mondo del giornalismo, instabile, insicuro e impersonale, e ho appena trovato una nuova vocazione nell’insegnamento. Il mio desiderio è diventare è essere insegnante di letteratura. Ma prima dovrei studiare tantissimo!
Quello che più mi piace nel mondo sono le parole, le storie i racconti... la letteratura insomma. Mi piaccono i romanzi di tutte le classe.
La mia scrittrice favorita è Jane Austen e il suo meraviglioso e scillante mondo, dove tutte le converse sono civilizzate e interessanti. Dove l’arte e la cultura erano valori importanti. Ovviamente questo mondo era il mondo dei ricchi, dall’altro, dei proveri e della sua ingiusta situazione meglio non parlare. Ma mi piacerebbe passegiare per i belli giardini, bere il tè, che è la bibita più civilizzata dal mondo e non dover lavorare. So che la situazione delle donne dell’epoca, la biografia della propria Jane è un buon esempio, ma parlo soltanto di un mondo di fantasia.
Altra della letteratura che mi fa impazzire sono le storie dei vampiri. Da piccola, voleveo essere un vampiro e per molt anni ho dormito con la finestra aperta perchè ancora che non sapevo che i vampiri non esistevano, non voleo perdere l’opportunità di che qualche notte uno avrebbe chiamato alla mia finestra.
La mia scrittrice favorita è Jane Austen e il suo meraviglioso e scillante mondo, dove tutte le converse sono civilizzate e interessanti. Dove l’arte e la cultura erano valori importanti. Ovviamente questo mondo era il mondo dei ricchi, dall’altro, dei proveri e della sua ingiusta situazione meglio non parlare. Ma mi piacerebbe passegiare per i belli giardini, bere il tè, che è la bibita più civilizzata dal mondo e non dover lavorare. So che la situazione delle donne dell’epoca, la biografia della propria Jane è un buon esempio, ma parlo soltanto di un mondo di fantasia.
Altra della letteratura che mi fa impazzire sono le storie dei vampiri. Da piccola, voleveo essere un vampiro e per molt anni ho dormito con la finestra aperta perchè ancora che non sapevo che i vampiri non esistevano, non voleo perdere l’opportunità di che qualche notte uno avrebbe chiamato alla mia finestra.
E perché volevo essere un vampiro?
Volevo éssere un vampiro perché volevo essere libera, immortale, vivere tutte le vite possibile. Potevo essere una figlia dei fiori e andare in Nepal o studiare tutte le facultà, tutte le lingue, vedere tutte le opere d’arte del mondo e leggere i classici.
Ma leggo di tutto: Saramago, Cortázar, Borges, Carmen Martín Gaite... tutti i grandi classici. E anche, come no, la fantascienzia Tolkien, Harry Potter, George R. R. Martin, Anne Rice o Sthephanie Meyer.
Adesso, sono leggendo Fahrenheit 451 da Ray Bradbury e sono impazzita per la qualità di questa finzione scientifica. È un libbro magnífico. Credo che tutti dovrebbeto leggere questo romanzo e riflettere un po’ sulla società che stiamo facendo fra tutti, dove la parola “intellettuale” é quasi un insulto.
E quando finiró Farenheit, voglio leggere in italiano un romanzo di Paolo Giordano: La soleitudine dei numeri primi.
Ma non soltanto leggo, anche mi piacce scrivere. Sono in un “Workshop di Narrativa” per migliorare la mia scrittura. Tutti dicono che ho grilli nella testa, ma quello che ho sono molte storie e fantasia.
Adesso, sono stanca del mondo del giornalismo, instabile, insicuro e impersonale, e ho appena trovato una nuova vocazione nell’insegnamento. Il mio desiderio è diventare è essere insegnante di letteratura. Ma prima dovrei studiare tantissimo!
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