giovedì 25 febbraio 2010

La Famiglia di oggi

Stavo per parlare sull´ultimo film che ho visto “Jhonny Stecchino”. Un bel film, protagonizzato da Roberto Benigni. Una commedia molto divertente con dei dialoghi tanto assurdi.
Ma, dato che sono dai miei nonni, mi è venuto in mente la problematica della famiglia d´oggi.

Sono sola quassù, in un paesino in mezzo alle montagne. Ci si impiega più di un'ora per arrivarci e mi sono accorta di com'è camabiata la società in meno di cinquant´anni.
Quando i miei bisnonni erano giovani viveva tutta la famiglia insieme, nella stessa casa o nello stesso paesino. Bisnonni, nonni, genitori, figli, cognati, suocere, zii, cugini, ecc, tutti insieme. Ma oggigiorno nessuno resta al suo paese, tutti i giovani se ne vanno in città, e i paesini diventano dei luoghi abitati da una popolazione ogni volta più vecchia. Giovani e bambini non ce ne sono più, e di conseguenza le scuole scompaiono, i negozzi chiudono per mancanza di vendite e così via. Niente si salva: né i vecchi né le case in rovina.
I paesi, soprattutto d'inverno, sembrano abbandonati, quasi paesini fantasma. Con il freddo tutti scompaiono. D'estate è tutto diverso, le strade sono affollate da bambini, piccoli e grandi che corrono e gridano qua e là. I paesi sono diventati scuole materne, e i nonni sono coloro che le gestiscono.
Ma cosa succede quando i nonni non sono capaci di avere cura di sé? Questo ovviamente diventa un grande problema, perché in questa nostra società non c'è luogo per i bambini e i nonni. Non sono importanti. Sono un peso. Il principale non è altro che lavorare per guadagnare dei soldi e far aumentare il nostro potere d'acquisto. Perció non abbiamo tempo per niente, neanche per noi stessi, per godere la vita, per godere del sole e dell'aria fresca, per giocare con i bambini o parlare con gli anziani. Solo desideriamo godere del nostro tempo libero per rilassarci.

Non possiamo avere dei figli perché non abbiamo tempo, perché costano troppo e nel caso di averne solo uno, perché due sono troppo faticosi.
C'è molto da fare. Meriterebbe la pena che riflettessimo un po' sul nostro futuro.

La società del benessere la chiamamo, ma è veramente così? Siamo in una tappa decadente per quanto riguarda la cultura. La vera cultura non esiste. Siamo un gregge di asini a cui non importa altro che noi stessi ed essere belli ed amati. Prova di ciò è il tipo di programmi televisivi che hanno successo. La maggior parte sono ridicoli! La tv non si può vedere! Il cervello diventa stordito per il non far niente.
Negli ultimi anni ci sono molte teorie sulla distruzione della nostra specie a causa di grandi catastrofi naturali come conseguenza diretta del cambiamento climatico. A mio modesto parere questa è la causa che porterà alla distruzione della razza umana, la nostra stupidità, non il cambiamento climatico.

lunedì 22 febbraio 2010

LETTERA A BABBO NATALE


LETTERA A BABBO NATALE



Caro Babbo Natale,



Sono Lucia, ho cuatro anni e abito a Via Garibaldi, numero 7, primo piano.
Vado alla scuola materna. Mia maestra si chiama Andrea e ci dice che se desiderassimo qualcosa dobbiamo chiedertela a te.


I miei compagni di classe ed io siamo d'accordo che sei reale, anche se mia cugina grande dice che non esisti, è una scema, perché dice che non ci porterai regali perché siamo in crisi e non hai soldi. Io le ho detto che tu non compri i regali che i tuoi folletti li fabbricano specialmente per ognuno di noi. Noi crediamo davvero in te. Siamo sicuri che i tuoi folletti faranno il possibile per esaudire i nostri desideri.


Ho cercato di fare la brava tutto l´anno. Ho imparato a prendere tutte le medicine senza piangere, sono andata a scuola senza lamentarmi, ho imparato a mettermi le scarpe da sola e anche se so che in questi giorni mi sono comportata male, se mi perdoni per favore, ti voglio tanto bene.
Mi piacerebbe tantissimo avere una casetta grande di bambole, un passeggino per Riccardetto, un paio di vestiti belli e anche un paio di scarpe col tacco. Va bé, se non puoi con tante cose perché siamo così tanti bambini nel mondo, portami il giocattolo che vuoi tu, ma ricordati che sono una femmina. Tra pochi mesi arriva il mio fratellino, ti prometto che gli vorrò tanto bene e che farò i servizi con o senza voglia, ma li farò perché mia mamma ha bisogno di una mano adesso perché siamo in difficoltà. Ti prego non deludermi. Ti voglio molto bene.
Ricorda che non abbiamo camino, ma ha detto il mio papà che lascerà la finestra un po' aperta e una candela accanto per farti sapere qual è. Ti lasciero sul tavolino un bicchiere di latte caldo e dei biscotti, anche delle carote per i renni.



Babbo, ma tu abiti davvero al polo nord? Come fai a sopportare il freddo?
Babbo ti vorrei tanto vedere. Per favore, ti posso vedere? La conosci la befana? Se la conosci dille che voglio vedere anche lei?



Comunque quando avrai letto la mia letterina mi potresti rispondere?



Lucia Angelotti.


domenica 21 febbraio 2010

Il Fascismo

Fascismo, la parola viene di “fascio”, una mazzeta di canne e una ascia che rapresentava il potere militare dei consuli nella Antica Roma Repubblica, e da il nome a una desviazione autoritaria del liberalismo con delle traccie del nazionalismo e il movimento di mase. È la visione più conservatrice dello stato.
In Italia, il fatto d’una “vittoria” nella guerra poco saporita, una unità poco svilupata, un clima di crisi economica e sommosse sociali, un senso generale stesso nella società di fallimento, umiliazione per la guerra, e la paura al terrore “rosso”, le autorità dello stato che guardavano verso un altro lato...fu così como si spiega l’arrelamento ed espansione del movimento fascista e la cosidetta “Rivoluzione fascista”.



Non enganniamoci, nonostante sia di destra, ha delle somiglianze con i totalitarismi di sinistra: il colpo di stato, il controllo assoluto del governo, il partito unico, monopolio della propaganda, violenza, svilupato corpo militare e la credenza nella superiorità dell'uomo fronto la natura...vediamo, dunque, i tratti più specifici:

Lo Stato è il vertice, tutti devono subordinarsi allo stato, uno stato che cancella l’opposizione politica e intellettuale “tutto nello Stato, niente fuori dello Stato” ( fu in questo periodo quando la Mafia e la Camorra vivero il loro periodo più difficile, quando lo Stato veramente si impegnò per cancelarle, i mafiosi fuggivano all’estero, così si spiega il fenomeno mafioso negli Stati Uniti). Frente l’iguaglianza degli uomini, la desiguaglianza, con una elite pronta a governare. Una desiguaglianza fra uomini e donne, fra le razze e le nazioni, ci vuole dire, che nel caso italiano, questa caratteristica non fu molto forte, nonostante le famose Leggi razziale, che rispossero più a una mossa politica di Mussolini nel ’38 per avvicinarsi a Hitler. Visto che è una società dominata dalla paura, deve cercare delle vittime su dove attuare, in questo caso le minoranze etniche o l’opposizione politica, i attuare verso loro non è delitto giachè si attua per diffendere lo stato. Il movimento bisogna d’un capo, Il Duce, uomo perfetto, con alti valori, grandissimo condottiere, rappresentante della patria, al quale si deve obbedire e rispettare, che comanda un nazionalismo estremo, nato del senso di esconfita nella guerra del 1914, di sistemare tutti i oltraggi contro la nazione italiana e peraltro cercare l’unità perfetta, intentando portare avanti la conquista della cosdetta Italia irredenta e creare un nuovo Impero Romano. Certo, per andare avanti con questo programa bisogna riffiutare la raggione, il fascismo vuole la pasione, gli instinti, il fanatismo.
Così, un oscuro ex-socialista romagnolo, ex-combatente chiamato Benito Mussolini (Benito in onore a Benito Juárez...) riuscì a farsi con il potere, vediamo come arrivò. Il movimento fascista si organizò intorno agli “squadroni” excombatenti e piccoli borghesi e terratenenti, delusi per una pace poco ventaggiosa e per la paura ai comunisti.



Occupavano i comuni e picchiavano ai politici di sinistra e lideri sindacali, seminavano il terrore e la morte. Non c’è da dire che la Curia cattolica era favorevole. Lo Stato si scioglieva tanto per fattori esterni( le sommosse sociali e i fascisti) e per fattori interti, gli antichi partiti: il popolare, il liberale e il socialista non si mettevano d’accordo sulle rifforme da fare, ora è quando attua Mussolini, il 12 di ottobre di 1921 convoca a Roma alle sue “Camicie Nere”, la chiamata “Marcia su Roma” , Re Vittorio Emmanuele III, avanti le dimissioni del governo di Facta, chiama Mussolini per formare un nuovo governo. Il Re cadrà assieme il dittatore.

Però il fascimo più che dolore ci offre anche, un volto comico, spremuto da Corrado Guzzanti nei suoi “Fascisti su Marte”, un film che divertente e a dire poco. Prestate attenzione all’italiano parlato agli acenti e l’entonazioni...non vi riccorda qualcosa?






non vi riccorda qualcosa?

venerdì 12 febbraio 2010

E la crisi arriva al cortile dei fermati....

E così che questa crisi non rispetta nemeno l'Aldilà e tutti abbiamo diritto a delle buone pompe funebri, ma la famiglia Bellomunno ci pensa, visto che di pompe funebri, ne sa abbastanza...che ne pensate voi?


Funerali Low Cost


Originale? vero?

giovedì 11 febbraio 2010

Qualche tempo fa, una principissina bella e carina chiamata Rea Silvia, figlia di re Amuglio di Alba Longa, la quale si innamoró del potente e forte Marte, dio della Guerra. E così la fiamina dell’amore diede 2 gemelli dopo nove mesi. Re Amuglio ferito nel suo orgoglio, perché pensava che sua figlia l’aveva tradito, l’incarcerò nella grotta più profonda del regno, e buttò i due gemelli alle fredde acque del fiume Tevere. Ma sucesse che la cesta si arenò e una lupa che passava per di là trovò ai due bambini e gli riscaldò e nutrì col suo latte. Dopo, un pastore di peccore che passegiava per il margine del fiume vide i gemelli e li adottò. Questo pastore, chiamato Faustolo, dopo molti anni poichè, i bambini crebbero abastanza forti da fare la sua vita, raccontà loro la vera storia. I due gemelli andarono a incontrare re Amuglio. In principio volevano parlare, ma visto che re Amuglio era troppo intransigente, la loro visita diventò una spedizione punitiva, e re Amuglio prese quello che meritava: una lanciata al bell mezzo del petto e Rea Silvia fu liberata.
Romolo e Remo decissero di fondare una nuova città vicina al posto dove furono trovati dalla lupa. Dopo, la consulta agli oracoli, giachè volevano fundare la città sul sicuro, gli dei erano favorevoli.
Ma nacquero dei problema, giachè Romolo e Remo, non si mettevano d’accordo dove fondare la città, Remo e Romolo non avevano visto gli stessi ucelli.
Romolo, tutto deciso, e sicuro di avere la raggione, e meglio ancore, il favore degli dei, tracciò il perimetro della futura città. Remo, pieno di invidia e rabbia, traversò il perímetro, e il suo fratello l’ucisse, perchè non aveva rispetato le norma da lui date.
Però, dal sangue di Remo, nacque la città più bella e monumentale dell’Antichità, culla di saggezza e pure di violenza, che segnarà l’Occidente e l’Europa per il corso dei secoli. Questa città fu chiamata Roma.
Una grande storia per una grande città.