Fu nel trascorso del Treccento e il Quatroccento quando si sviluppò il Rinascimento. Un periodo che coinvolge, oltre manifestazioni artistiche, anche genuini procesi politici. Tratteremo sulla politica e gli Stati italiani, perchè fu nell'Italia del S.XV dove nacque lo stato moderno e la diplomazia, Machiaveli non fu frutto dell’azzardo. Vediamo dunque, un paradosso, nello stesso periodo si consolida l’uomo e l’antropocentrismo, “l’uomo è la misura di tutte le cose”, vediamo anche l’apparizione di ciò che più toglie libertà all’uomo, lo Stato.
Nel secolo XV, ci troviamo un'Italia divisa in diversi stati e signorie, un panorama molto dinamico, e perciò si stablisce come punto di riferimento 1454, l’anno della Pace di Lodi. Questa pace consacra la cosidetta “Pentarquia Italiana”, cioè, l’equilibrio di potere fra: Il Ducato di Milano, La Repubblica di Venezia, Lo Stato della Chiesa, Il Regno di Napoli e La Repubblica di Firenze. E, al sopra , gli universalismi medievali: l’Imperatore e il Papa .
L’Imperatore, dopo la battaglia di Legnano ( L’Imperatore contro la Lega Lombarda) e il fatto di Canossa, Gregorio VII, Worm etc, dopo Federico II, diventò più che altro una figura proprio simbolica. L’imperatore ormai non poteva lotare contro i nuovi stati nazionali (Francia) e i comuni ( Milano, Genova), e si limitavano riconoscere piccoli tiranni e a concedere dei titoli nobiliriari. Carlo V sarà l’ultimo imperatore incoronato a Roma e riuscirà a imporre la forza dell’Imperio nella Italia, ma in beneficio della Spagna.
L’Imperatore, dopo la battaglia di Legnano ( L’Imperatore contro la Lega Lombarda) e il fatto di Canossa, Gregorio VII, Worm etc, dopo Federico II, diventò più che altro una figura proprio simbolica. L’imperatore ormai non poteva lotare contro i nuovi stati nazionali (Francia) e i comuni ( Milano, Genova), e si limitavano riconoscere piccoli tiranni e a concedere dei titoli nobiliriari. Carlo V sarà l’ultimo imperatore incoronato a Roma e riuscirà a imporre la forza dell’Imperio nella Italia, ma in beneficio della Spagna.
L'Italia era piena di dinastie illegittime, (e ciò scandalizava alle antiche dinastie europee) era la norma della politica italiana. Questi signorotti, si appoggiavano in uno stato forte, di solito erano dei Condottieri o dei Podestà, ai quali lo stato pagava con delle signorie, oppure, sviluppava una caudillismo e un carisma tale da poter guadagnarsi il popolo via il loro prestigio bellico. Anche le grandi dinastie italiane tenevano il suo bastardo, come gli Aragonesi di Napoli e i Montefeltro di Urbino, anzi, pure il Papa, i Borgia, ne sono l’esempio. Una consequenza logica fu la cospirazione, la trama e l’intrigao, il sangue freddo e una mente calculatrice, giachè le cariche politiche si potevano mettere in discusione. La Riforma cattolica e l’influenza straniera finiranno per atenuare gli illegittimi italiani.
Nel Nord ci troviamo il Ducato di Milano, una monarquia absolutistica sin da Giangaleazzo Visconti, giocando a essere una potenza regionale, e nel 1450, advenne un cambio dinastico, subentra la dinastia degli Sforza, e Ludovico Il Moro, sarà una figura di spicco nella schiera internazionale, e anche sarà un uomo preocupato per l’arte.
Nel Sud, I Trastámaras, diventati i re partenopei, sin da 1442, entrò nell’orbita Ispanica, e Alfonso V d’Aragona, detto Il Magnanimo, rese il Regno di Napoli independente della confederazione catalano-aragonese, cosí, Napoli poteva diventare centrale nella politica italiana. Il Magnanimo diede a Ferrante il Regno. Ferrante, lotò contro una feudalità sleale, e conseguì imporrersi.
Delle potenti repubbliche medievali, soltanto rimanevano Venezia e Firenze. Venezia, vise, in qualche maniera una seconda età d’oro. Isolata, ma con capacità d’intervenire ovunque sia grazie al loro corpo di diplomatici, conseguì sovraponersi ai colpi delle nove rute maritime aperte dagli portoghesi, Venezia, ci sirva d’esempio, finanzava agli stati islamici per fare fronto ai portoghesi nella loro ruta verso l'India. La Serenissima, aveva dei tentacoli lunghissimi, e grazie alle sue istituzioni godeva d’una grandissima pace sociale che sorprendeva ai contemporani...certo, ma dopo, durante Carnevale era il momento delle vendette... le maschere e la gente nascondevano i sicarii che tornanavano i conti ... Per il loro isolamento,Venezia, non partecipò d'un modo molto attivo nel Rinascimento, ma dopo, nel S.XVI, diede Tiziano e Tintoretto.
Tutto il contrario fu Firenze, si potrebbe afermare che fu il primo stato moderno del mondo. Qui, era cosa di tutti, ciò che nei principati era questione d'una famiglia. Il meraviglioso spirito fiorentino, ragionevole e artisticamente creatore allo stesso tempo, manovra costanti trasformazioni nella situazione politica e sociale, così Firenze fu patria delle dottrine politiche, della stadistica e la patria e protettora di tutti questi grandi uomini: Michelangelo, Giovani e Mateo Villani, Dante Alighieri, Filippo Brunelleschi, Machiavelli e Lorenzo Il Magnifico.
Infine, Il Papa, molto debole sin dal cisma d’Avignon e la mossa di Cola Di Rienzo, la sua situazione era quasi uguale a quella dell’Imperatore. Roma non riuscì a essere il riferimento della cristianità europea nel momento giusto e necessario. I papi, stavano più procupati per l’arte e la politica che per la loro gregge. E tutto finì con la Riforma Protestante.
Alla fine, un'Italia divisa, cospiratrice e colta.